Vecchio circo zanin di Riccardo Zanin

Eccomi tornata con la seconda recensione di una raccolta di poesie di questo autore, che mi aveva già convinta molto con “Via delle periferie”, trovate la recensione cliccando su queste parole ; oggi invece recensirò Vecchio circo zanin !

Vecchio circo zanin

Della prima raccolta di poesie mi aveva colpito molto il fatto che l’autore nei suoi scritti parlasse sempre di quel lato della società che non molti amano affrontare, per il semplice motivo che non appare “perfetto” osservando la società da un punto di vista superficiale e basato sugli infiniti luoghi comuni di cui la società stessa ne è piena.

Via delle periferie era quel lato della città, anche un po’ di noi stessi, apparentemente abbandonato e trascurato, ma pieno di potenziale, se si è disposti a osservarlo con il cuore e la mente aperti: similmente anche Vecchio circo zanin ci racconta di una situazione simile. Cosa accadrebbe se tutte le persone ritenute “strane” dalla società si ritrovassero a vivere insieme e a poter essere se stessi senza delle limitazioni?

E’ questa un po’ la realtà utopica che ci vuole descrivere questa raccolta di poesie, che con uno stile molto diritto, semplice e schietto ci invita a riflettere a riguardo: lo fa senza paura, senza mezzi termini, in modo da arrivare dritto al punto, anche in modo un po’ tagliente a volte, ma che nel corso delle poesie non stona per niente, anzi, assume un tratto caratteristico che mi è piaciuto moltissimo!

Come anticipavo prima, l’autore non ci parla di argomenti e temi trattati da tutti, ma analizza ancora una volta quelle parti della società che vengono spesso dimenticate o denigrate: coloro che hanno delle dipendenze, coloro che vengono giudicati strani o pazzi solo perché hanno delle diverse da quelle adottate spesso per inerzia dalla maggior parte delle persone, ma chi è che stabilisce cosa sia “normale” e chi o cosa invece sia “strano”?

A causa di questi pregiudizi spesso molte persone vengono emarginate dalla società, soffrono e lo fanno silenziosamente, da soli perché non esistono molte persone che vogliano andare oltre delle semplici apparenze: per questo motivo, vecchio circo zanin è aperto a tutte le persone che desiderano accogliere e divertirsi insieme a coloro che sono diversi dalla massa, coloro che appunto come dice l’autore hanno delle “stranezze”.

Un tratto distintivo delle opere dell’autore è sicuramente il fatto che parli della realtà, soprattutto di quella che non in molti vogliono affrontare e lo faccia soprattutto in questa raccolta di poesie senza girarci intorno, in modo schietto e deciso. Questo stile invita ancor di più alla riflessione riguardo questi temi, ma soprattutto colpisce subito e ci fa rendere conto immediatamente di quale sia il messaggio della poesia o delle varie poesie nel suo complesso.

Quindi, dopo aver letto due sue raccolte di poesie posso affermare che il suo stile mi ha conquistata: adoro quando si parla della realtà in questo modo e adoro anche quando il messaggio arriva subito al lettore, senza troppi giri di parole, e in fare questo l’autore è molto bravo. Nelle sue poesie possiamo trovare davvero tantissimi temi, il che le rende ancora più belle e adatte ad un pubblico sicuramente molto vasto; si parla di: differenze sociali ed economiche, della tossicodipendenza, della “periferia” intesa come luogo, ma soprattutto come categoria di persone, si parla dell’amore, della nostra generazione nella quale molto spesso non si crede, delle tossicodipendenze, degli errori e degli sbagli, ma anche dell’amicizia, del razzismo e di tantissimo altro.

Aprite la mente e il cuore a nuove avventure, a nuove persone, che possono essere simili o totalmente diverse da noi, aprite questo libro e leggetelo, o meglio, leggetevi. Le parole di questo autore, i suoi versi, meritano che ognuno di noi gli dia una possibilità, per invitarvi a farlo e magari incuriosirvi un po’ vi lascio alcuni estratti delle poesie in Vecchio circo zanin

Amore andato a male.

Si prega di non toccare.

Odio

Voglio proteggerti dal futuro,

fare in modo che il passato non si presenti.

Darti la sicurezza dei cantanti.

Voglio essere di roccia dura,

farmi indossare come un’armatura.

Impedire al tempo di pugnalarti

più di quanto abbia già fatto.

Voglio rasserenarti,

cantarti una canzone di De André

mentre ti addormenti

e che le lacrime del tuo viso

vengano raccolte dal mio petto,

non dal cuscino del tuo letto.

Voglio essere quell’uomo

che ti dà serenità in ogni gesto,

che le carezze non terminano,

che dentro ti senta fiorire.

Voglio soltanto scriverti queste parole,

sperando che tu le possa trattenere,

levandole al sole e ai suoi occhi indiscreti,

leggerle nella notte che culla i pensieri.

Voglio

Un ringraziamento speciale va all’autore, Riccardo Zanin, che mi ha permesso di leggere le sue due raccolte di poesie. E’ un autore giovane, del 1994 e di Palermo, che aspettate a dargli un’occasione?

Grazie anche a Francisca, di cuore.

/ 5
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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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