Sommersione. SANDRO FRIZZIERO!

Ciao lettori, oggi sono qui con una nuova recensione, anche questa di un libro molto particolare e per nulla scontato. Ecco di che libro si tratta:

Ecco alcune delle caratteristiche del libro:

  • Titolo: Sommersione
  • Autore: Sandro Frizziero
  • Casa editrice: Fazi Editore
  • Numero di pagine: 190 circa
  • Codice ISBN: 9788893257350
  • Prezzo: 16.00€

Se volete leggere la trama o qualche osservazione oggettiva, trovate sul mio blog la segnalazione al link: https://lalettrice.altervista.org/sommersione-sandro-frizziero/

Bene, ora inizio a parlarvene io!

C’è un uomo, al centro di questo libro, nella sua Isola. Una dimensione quasi indefinita: non si sa il nome dell’Isola, non si sanno le sue coordinate o qualsiasi altro elemento che possa definirla, perché basta solamente la parola “Isola”.

Che è molto di più di un un semplice pezzo di terra buttato lì, in mezzo al mare, l’Isola è casa per chi la abita da quando è nato, è prigione per chi si sente costretto a rimanere lì e a non allontanarsi, a non ricostruire la propria vita sulla Terraferma, ed è tomba per tutte quelle persone che hanno perso la vita lì: a causa di una malattia, a causa di un incidente o a causa del mare.

Proprio qui, come appunto vi dicevo prima, ci abita un uomo, ormai vecchio e stanco, ma con un carattere da sempre particolare: cinico, maschilista, burbero e chissà quanti altri difetti potreste trovargli voi che leggete il romanzo, ma la domanda che mi sono posta spesso durante questa lettura è stata: ma perché è così? Perché vede sempre il lato negativo delle cose e salta a conclusioni drastiche?

Ecco, il tempo, il gran mentitore, smette di esistere, o meglio prende per attorcigliarsi come un serpente, come un’anguilla. Il tempo dei vecchi si misura in dondolii di sedie, in passaggi di donne nella calletta, in voli scomposti di rondine; è senza direzione il tempo dei vecchi.

Forse a tutto questo una spiegazione c’è, ma credo che lasci il libero arbitrio di interpretazione: ognuno di noi può trarre un messaggio diverso dal libro, dal suo odio verso sua moglie Cinzia e tutte le sue imperfezioni, alla tremenda nostalgia che lo annega quando ripensa a lei.

Perché è così che ci sentiamo un po’ tutti, sommersi.

Non c’è limite al dolore e all’ingiustizia. E nessuno può far valere il suo serbatoio di sofferenza alla fine della vita. Sperequazione e ingiustizia, questo vuol dire vivere. E allora pensi di dover agire, di dover porre un rimedio. Perché il male vero è fatto di discorsi vuoti, di parole di circostanza, di mezzi sorrisi di compassione, di mani giunte in inutili preghiere, di pacche sulle spalle, di false speranze. Non c’entra nulla il demonio col male vero; ce lo costruiamo da noi l’Inferno.

Ho trovato questo libro molto diverso dai soliti, dove si tenta di dare sempre un’immagine positiva dei protagonisti per far affezionare il lettore a quelle pagine e quella storia: questo libro no, dal punto di vista del vecchio che si sente un po’ come la sua Isola, vi racconta la sua storia nuda e cruda. Storia di violenza, di parole taciute, di pettegolezzi e di una sorta di prigionia che ci creiamo spesso noi con i nostri pensieri: iniziamo a fondere ciò che crediamo che gli altri pensino di noi, assieme ai peggiori pensieri che abbiamo noi stessi e diventiamo automaticamente dei mostri.

Conosciamo solo la violenza, le urla e il fatto che, egoisticamente, debba andare tutto come desideriamo noi, perché alla fine a cosa serve provare ad essere buoni se gli altri non lo penseranno mai di noi? E così si entra in un circolo vizioso che ci porta a peggiorare di giorno in giorno, fino a diventare crudeli e apparentemente inermi verso ciò che ci accade intorno.

Viviamo per inerzia, perché siamo costretti a farlo. Facciamo il lavoro dei nostri genitori perché è l’unica cosa che crediamo di essere in grado di riuscire a fare, continuiamo a trattare male chi ci sta intorno, credendo che sia l’unico modo per poter avere ancora quella persona al nostro fianco, fino a che non ci viene strappata via da un evento superiore, e non riusciamo più a trovare pace.

La verità è che siamo un po’ tutti come il protagonista di questo libro e come l’Isola, ci sentiamo abbandonati dagli altri, dalle circostanze magari, dal Governo o da chissà cos’altro, e ci abbandoniamo alla fine a noi stessi, non ci curiamo più e viviamo solamente.

Ma questo si chiama vivere?

Ho trovato lo stile della scrittura di questo libro crudo e diretto, ma in egual modo semplicemente perfetto per la situazione e i temi trattati. Sono stata invitata a riflettere, varie volte, e mi sono ritrovata a non dare per scontato varie situazioni che quotidianamente viviamo.

Un ringraziamento speciale, come sempre, va all’ufficio stampa Fazi Editore che mi permette sempre di leggere libri che mi scuotono così forte il cuore.

Ciao lettori, grazie per l’attenzione. @la_lettrice_ • Foto e video di Instagram

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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