New York 1941. Forse – recensione

New York 1941. Forse è uno di quei romanzi che tiene con il fiato sospeso il lettore, stupendolo con vari colpi di scena e un finale esplosivo!

New York 1941 Forse
  • Titolo: New York 1941. Forse
  • Autore: Luca Giribone
  • Casa editrice: Europa Edizioni
  • Numero di pagine: 150 circa
  • Codice ISBN: 9788893840620
  • Prezzo: 9.50€ cartaceo 5.49€ e-book
  • Link per saperne di più cliccando qui

Ci troviamo a New York nella grande mela, quando conosciamo i protagonisti di questo romanzo, primo fra tutti Frank: è un giornalista appassionato di inchieste, molto spesso pericolose e che mettono in pericolo la propria vita, assieme a quella di tutte le persone a cui tiene o che coinvolge nelle indagini. E’ un uomo intelligente e bravo nel suo mestiere, con la giusta dose di intuito e “pepe” che serve per occuparsi di questi eventi, ma quando ripensa a se stesso avverte come dei vuoti, come se ricordasse, eppure al tempo stesso non ricorda dei dettagli che non è possibile che abbia dimenticato…

Hanno la stessa sensazione anche gli altri personaggi che conosceremo in questo romanzo, Dorothy e Jim Ross: hanno delle lacune quando si soffermano a riflettere sul proprio passato, come se quegli eventi fossero accaduti, ma non fossero accaduti realmente. Perché avvertono questa sensazione e da cos’è causata? E’ una delle prime domande che questo romanzo mi ha portata a pormi, anche se nel corso della lettura me ne sono sorte qualcosa tipo un’infinità.

Dorothy è la compagna di Frank che lo aiuta e lo supporta in tutte le sue scelte, anche a costo di rischiare qualcosa, simbolo di un grande sentimento che li lega l’uno all’altra, proprio come la profonda amicizia che lega il detective Jim Ross e Frank: si conoscono da quando erano ragazzi e si sono fatti da spalla a vicenda, ma anche tra i ricordi che li legano ci sono delle lacune, dei dubbi…

Lo stile narrativo che ha utilizzato l’autore, alternando fra di loro capitoli dove si parlava del passato a capitoli dove si parlava del presente, a capitoli in cui si viaggiava per certi versi all’interno dei personaggi stessi, mantenendo la lunghezza dei capitoli medio-breve è stato particolarmente intrigante e incalzante, in quanto man mano che le indagini svolte da Frank sulla corruzione e su vari eventi che ruotano attorno al Presidente il ritmo si farà sempre più incalzante, pieno di interrogativi e ricco di colpi di scena! E’ uno stile tipico della penna di questo autore, in quanto ho ritrovato le stesse caratteristiche nel romanzo che ho letto precedentemente; New York 1941 – Forse è il suo romanzo d’esordio, ma la sua penna è decisa e fluida, scorrevole e avvicente.

In questo romanzo dallo stile thriller-noir si possono trovare una moltitudine di spunti riflessivi, il primo penso che sia proprio quello del rischio, del pericolo a cui sono esposti costantemente i giornalisti che decidono di occuparsi di queste inchieste che molti definirebbero “scomode”, ma che io definirei essenziali: vi siete mai fermati a ringraziare un giornalista che ha fatto luce su una personalità che tutti credevano essere positiva, oppure un giornalista che semplicemente ha deciso di smettere di vivere nell’omertà e di credere nella potenza della sua voce? Immagino di no, però ognuno di noi dovrebbe farlo, mi sono subito legata a Frank proprio per questo motivo.

Un altro aspetto su cui riflettere è sicuramente il ruolo fondamentale che le relazioni che viviamo giocano per il nostro equilibrio, la nostra serenità: Frank non sarebbe lo stesso senza la sua Dorothy, Jim non sarebbe lo stesso senza Frank e senza suo fratello da proteggere. Le persone che ci stanno attorno assumono “cariche affettive” molto alte senza che ce ne rendiamo conto spesso, per cui è importante anche soffermarsi a riflettere al riuardo.

Ma come in Linx anche qui l’autore invita il lettore a riflettere molto sulla tecnologia, sui suoi passi avanti, a anche su tantissimi passi indietro che ci ha portato a compiere, in particolar modo nella parte conclusiva del romanzo, che ancora una volta mi ha sconvolta: l’autore è in grado di ribaltare completamente la situazione, di stravolgerla e di fornirci un punto di vista molto particolare e unico nel suo genere, originale e coerente con il resto della storia.

I personaggi in New York 1941 sono ben definiti sin dalle prime righe, ma nonostante ciò nel corso del romanzo conoscere meglio soprattutto Frank e anche lui imparerà a conoscere meglio se stesso e tutto ciò che lo circonda grazie a delle rivelazioni a cui però inizialmente stenterà a credere. Può una realtà riflettersi su un’altra realtà? E possono essere entrambe vere?

Quando leggiamo un romanzo spesso diamo vita ai personaggi nella nostra testa, ce li immaginiamo, a volte cambiamo anche qualche scena per adattarla al meglio ai nostri gusti, ma ci siamo mai fermati a riflettere su cosa i personaggi sono? Su cosa rappresentano? In un’epoca come la nostra soffermarsi su queste tematiche è molto difficile, perché per ogni domanda che ci poniamo basta un click su un motore di ricerca qualsiasi e il gioco è fatto, ma a volte alcune risposte bisogna cercarle dentro se stessi, proprio come ha fatto Frank.

Il romanzo è ben strutturato, ogni parte del romanzo è perfettamente coerente e coesa con il resto, molto importante è anche l’ambientazione, a suo tempo capirete perché, ma ancora più importanti sono gli eventi di cui Frank è protagonista, che, forse, sono più attuali di quanto sembra.

Il discrimine fra buoni e cattivi è una illusione infantile. Ognuno di noi, nelle condizioni giuste, diventa un mostro.

Siamo una famiglia strana, di sconfitti. E io vado in cerca dei carnefici, per fermarli prima che creino altri sconfitti.

Potete trovare anche il booktrailer di questo romanzo su Youtube, oppure direttamente da qui:

Sull’autore:

Luca Giribone nasce a Torino nel 1975. A partire dall’adolescenza collabora per diversi anni con La Stampa di Savona, città dove allora risiedeva, entrando a far parte della redazione dell’inserto giovanile Il Menabò. Gli studi e gli interessi per il mondo della comunicazione di massa lo portano a Milano, dove lavora in agenzia pubblicitaria come copywriter, senza mai abbandonare la passione per la lettura e la scrittura. New York 1941. Forse è il suo primo romanzo, un noir a tinte forti che si sviluppa attraverso temi fantastici giocati sul rovesciamento totale delle attese dello spettatore e sui continui colpi di scena. In lavorazione ha attualmente due romanzi incentrati su una lettura inedita e inquietante della società contemporanea. È felicemente sposato e ha un figlio di cinque anni.

Ho già avuto modo di leggere e recensire anche un altro suo romanzo: Linx. Potete leggere la recensione cliccando qui

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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