La verità delle cose negate

Ci sono libri che sembrano leggerci dentro, scavare nei meandri più profondi del nostro cuore e farci sentire compresi; La verità delle cose negate è uno di questi.

La verità delle cose negate
  • Titolo: La verità delle cose negate
  • Autrice: Ilaria Parlanti
  • Casa editrice: Arsenio Edizioni
  • Numero di pagine: 240 circa
  • Codice ISBN: 9788831301169
  • Prezzo: 18.00€ cartaceo
  • Link per saperne di più cliccando qui

La protagonista di questo romanzo, Isabella, racconta intimamente la sua vita a un ipotetico lettore: riempie delle pagine bianche, vuote, che la fissano mentre tiene in mano una penna e la sua mente e il suo corpo sono fortemente scossi dai ricordi, da un passato che chiede di riemergere dai meandri della memoria dov’è stato segregato.

Isabella adesso è un medico, un chirurgo vertebrale, a Boston, dov’è una vera eccellenza nel suo campo; l’ambiente ospedaliero è una costante nella sua vita, in quanto protagonista della sua vita da adulta per il suo lavoro, ma anche della sua infanzia e della sua adolescenza, seppur in poli completamente diversi dal mondo. Poco dopo la sua nascita in Italia, infatti, è stato necessario il suo trasferimento in un ospedale francese, a Parigi, il Saint Victor: una malformazione alle vertebre segnerà per sempre il resto della sua vita. Molti saranno gli interventi che dovrà subire, i mesi costretta a passarli a letto, spesso in condizioni davvero dure e difficili da affrontare, specialmente per una così piccola bambina, costretta a crescere e a formarsi in un ambiente che difficilmente può assomigliare anche solo vagamente al senso di sicurezza e protezione che la nostra “casa” dovrebbe offrirci.

Forse è per questo che decide di fare il medico, di specializzarsi proprio nel campo che si occupa di un qualcosa che porterà sempre con sé o forse lo avrebbe fatto comunque, ma è di nuovo al Saint Victor che la sua vita cambia: qui i primi tempi sarà una tirocinante, una delle tante del primario che ha curato proprio lei, solo qualche anno prima, ma ancora più importante sarà l’incontro con due persone che faranno svoltare in maniera del tutto inaspettata la sua vita, anche se spesso fatichiamo a rendercene conto e ne prendiamo coscienza solo un po’ troppo tardi.

Alice e Jack, una bambina che ha bisogno delle sue capacità da professionista nel campo e suo padre, un inglese che mazzica poco il francese, proprio come i suoi genitori quando Isabella era ancora una neonata: forse la storia, forse il sorriso contagioso e l’incredibile ottimismo misto a grande coraggio che emana Alice, o forse il loro essere “stranieri” spingono Isabella a prendere a cuore la sua storia, ad avvicinarsi sempre di più fino a ritrovarsi completamente coinvolta.

La protagonista di La verità delle cose negate ci racconta tutto per gradi, lo fa in prima persona e aprendoci le porte della sua mente, del suo cuore, parlandoci dei suoi sentimenti: alterna i racconti di varie linee temporali tra di loro, inserendo quindi delle anticipazioni e dei flashback che si presentano perfettamente coerenti e coesi all’interno del contesto. Questa scelta stilistica, accompagnata da un attento lessico (in più punti “medico” e ricercato), sempre chiaro e di facile comprensione contribuisce a creare una sorta di legame tra la protagonista e il lettore, che si sente facilmente vicino alle vicende, alle emozioni e così via.

Le tematiche affrontate in questo romanzo-diario sono moltissime, ma ce ne sono alcune che sembrano spingere con forza, quasi oltrepassare il semplice inchiostro delle pagine e arrivare dritte all’animo di chi legge la storia: La verità delle cose negate è una storia fatta di coraggio e di sofferenza, di cicatrici visibili e invisibili, di mura reali (ad esempio quelle del Saint Victor) e di mura immaginarie (che crea la nostra mente), ma che ci imprigionano allo stesso modo, del giudizio degli altri e di come si riflette sul giudizio che abbiamo noi di noi stessi. Si parla di dolore e di sofferenza, ma più di ogni altro è allo stesso tempo un inno alla vita, alla lotta e al coraggio: anche dopo aver sofferto moltissimo si possono riprendere in mano le redini della propria vita, probabilmente non sarà possibile recuperare il tempo perduto, ma si può tentare di vivere al meglio quello che rimane.

Si può diventare indistruttibili, anche dopo essere stati distrutti: è questo il messaggio principale che questo romanzo mi ha trasmesso. Speranza e dolore che fanno parte della vita negli ospedali, di quelle giornate infinite, interminabili e puntualmente monotone: quella vita, o quella parte di vita, che si ha la sensazione di stare sprecando mentre fuori da quelle mura c’è guerra, fame, gioia, successo e tantissimo altro che sembra irraggiungibile. Ecco, credo che in quei momenti sia difficile riuscire a guardare oltre, a tentare di abbozzare un progetto per il proprio futuro: è per questo che speranza e dolore sono diametralmente opposte, eppure l’una legata intrinsecamente all’altra.

E’ un romanzo ricco di riflessioni, soprattutto riguardo gli ospedali, la malattia e le conseguenze che ha, i pregiudizi e i giudizi da cui bisogna difendersi e molto, moltissimo altro; non è stato semplice leggerlo, in quanto il coinvolgimento emotivo sembra essere assimilabile a un climax ascendente: man mano che si prosegue con la lettura si entra sempre di più nel personaggio, si percepiscono le sue emozioni sulla pelle e si leggono i pensieri che in quello stesso momento ci sono passati per la testa.

Consiglio la lettura di questo romanzo a chiunque, ma soprattutto a coloro che hanno sofferto nella loro vita e faticano a trovare un senso al loro dolore, a canalizzarlo in qualcosa che possa rendere la loro vita finalmente soddisfacente, qualcosa che gli mostri quanto il mondo sappia essere bello e accogliente, anche se sempre un po’ bastardo, diciamoci la verità. Personalmente ho provato un mix di sensazioni indescrivibili grazie a questo romanzo, che porterò sempre con me, perché non è facile sentirsi compresi in questo mondo dove si fa sempre più fatica a cercare qualcuno disposto ad ascoltarci: ecco, La verità delle cose negate sarà un ottimo amico.

La penna dell’autrice è stata in grado di coinvolgermi totalmente, mi sono emozionata, commossa, arrabbiata e imbestialita per quanto la vita a volte possa essere orribile, ma ho anche sorriso e provato un grande senso di felicità, perché non c’è nulla di più bello di una persona che rinasce.

Ringrazio l’autrice per avermi permesso di leggere il suo romanzo, scritto in maniera impeccabile e così intima da aver scosso profondamente parti di me che avevo lasciato sopite per un po’. Non è semplice scrivere una storia che rimanga incastonata così dentro all’animo del lettore, ma Ilaria Parlanti c’è riuscita.

Vi lascio con una citazione che dovrebbe diventare il mantra di vita di tutti noi. Che anche con le nostre cicatrici siamo belli comunque, siamo unici e il mondo è proprio lì che ci aspetta.

“[…] Non ce ne sono. Ma perdonati per tutto. Non trascinarti dietro, da un oceano all’altro, il bagaglio dei tuoi dolori. Perché ti seguiranno come fantasmi e non se ne andranno mai, finché tu non deciderai di scacciarli. E quando accadrà, il giorno in cui ti sveglierai e dirai che sei la persona che vuoi, un mondo nuovo ti si aprirà davanti allo sguardo. Sarà allora che diventerai davvero indistruttibile. Quando non conterà più il giudizio degli altri, quando non conteranno più i se o i ma. E sarai finalmente libera. La libertà richiede sacrificio, soprattutto per chi ha sofferto.

Trattieni il passato soltanto con la punta delle dita, ma lascia il resto del corpo volare via. Prenditi il resto del mondo, conquistalo, dopo aver trascorso una vita qua dentro, al Saint Victor. Una seconda possibilità nel vivere richiede un coraggio ancora più immane. Perché hai già visto l’abisso, l’hai già conosciuto, sai le insidie dell’esistenza e anche le sue crudeltà. Ma se vai avanti, oltre tutto quel buio, c’è il sole anche per te. […]”

Sull’autrice:

Ilaria Parlanti nasce il 18 aprile 1997 a Pescia, una piccola cittadina in provincia di Pistoia, nell’alta Toscana. Trascorre l’infanzia e la prima adolescenza tra il suo paese natale e Parigi, a causa di una malformazione scoliotica congenita curabile soltanto nella capitale francese. Ed è soprattutto nei corridoi degli ospedali che si appassiona in tenera età alla letteratura, prima come avida lettrice di romanzi e grandi classici, poi anche di componimenti poetici. Dai dodici anni partecipa regolarmente a concorsi letterari nazionali e internazionali, venendo menzionata in oltre 300 segnalazioni. Nel 2016 si diploma con lode al liceo classico, mentre la ricerca di una sperimentazione letteraria più ampia la porta ad appassionarsi al cinema e al teatro. Partecipa, infatti, come sceneggiatrice alle rappresentazioni teatrali organizzate dalla scuola. Nel 2017 viene selezionata tra i 150 autori dell’Enciclopedia della Poesia contemporanea ad opera della Fondazione Mario Luzi. Nel 2019 partecipa come coautrice e attrice al cortometraggio Come un uragano senza identità della regista toscana Roberta Mucci. Scrive soggetto e sceneggiatura anche di un altro cortometraggio, dal titolo Circling paths, una produzione di FilmIn’Tuscany, premiato in festival internazionali. Nel maggio 2020 scrive il monologo Invisibili (recitato da Ivo Romagnoli) contro la violenza sulle donne durante la quarantena. In pochi giorni varie riviste parlano del monologo che raggiunge più di 300.000 visualizzazioni su Youtube. La verità delle cose negate è il suo primo romanzo.

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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