Io sono una famiglia – Il gabbiano – recensione

L’ambiente familiare influenza molto la vita del bambino e dell’adulto che sarà: in Io sono una famiglia si evidenzia molto questo aspetto, parlando dell’infanzia di Arianna, di quella di sua madre e della sua lenta ripresa.

Io sono una famiglia
  • Titolo: Io sono una famiglia – Il gabbiano
  • Autrice: Liz Chester Brown
  • Autopubblicato
  • Numero di pagine: 240 circa
  • Codice ISBN: 9791220055055
  • Prezzo: 10.00€ cartaceo
  • Link per saperne di più cliccando qui

Arianna è una donna con una grande passione per la musica, che dopo aver lavorato molto su se stessa raggiunge una profonda consapevolezza, grazie anche all’aiuto di un medico competente. Gradualmente nel corso del romanzo scopriremo la sua storia.

La madre di Arianna, Ada è una donna molto particolare, in parte anche a causa del suo passato: è cresciuta in una famiglia dove al posto dell’amore si preferiva il denaro, la ricchezza, dove i genitori non si abbracciavano, ma si scambiavano cenni di intesa quando si trattava di interessi finanziari. Questo e il suo carattere molto chiuso nei confronti degli altri l’hanno portata a isolarsi e a non comprendere mai cosa fosse realmente l’amore, neanche quando Francesco, il padre di Arianna si innamorerà molto di lei.

Si sposeranno e avranno tre bambini: Ginevra, Arianna e Emanuele, ma neanche loro riuscirà ad amare. Ada è una donna che soffre profondamente, ma non riesce a esternarlo, quindi scarica le proprie frustrazioni sugli insuccessi perlopiù del marito: non porta abbastanza denaro, non le fa vivere una vita agiata, non le ha dato un figlio maschio, dà più attenzioni ai figli che a lei, non è credente come lei…

Non sarà una madre modello, anzi i suoi figli non riceveranno mai un vero gesto d’amore da parte sua, se non in presenza degli ospiti, davanti ai quali non ha problemi a indossare una maschera e sembrare la moglie e la madre perfetta. E’ ovvio che i suoi figli verranno influenzati dalle sue azioni, in modo indiretto, ma anche in maniera diretta, perché infatti spesso tenderà a imporre le proprie idee e il proprio volere, ai quali non si può controbattere, solo ubbidire e tacere.

Vivere una situazione simile, per dei bambini, non è assolutamente semplice, ma per fortuna avranno Francesco, il loro papà, che farà un po’ da entrambi i genitori, attraverso molti sacrifici e nascondendo sempre la stanchezza e la fatica che la situazione gli causa. Sarà il loro appiglio di realtà, d’amore e di sogni e impareranno a vivere di questi, nell’attesa di poter diventare adulti ed essere finalmente se stessi.

Arianna, ormai adulta, attraverso i suoi sentimenti e anche attraverso le sue sedute di psicoterapia, farà comprendere al lettore quanto determinati eventi ci segnino e ci influenzino moltissimo, ma rendercene conto è molto difficile e in alcuni casi un supporto medico è fondamentale, perché consente di acquisire consapevolezza. Di Arianna ho amato come, da bambina, di sera, per rifugiarsi dal dolore che le avrebbe comportato pensare a tutta la situazione che viveva, preferiva rifugiarsi nei sogni a occhi aperti, immaginare nuovi mondi, una nuova mamma, una vita più normale. Paradossalmente il suo fuggire dalla realtà le ha consentito di preservarsi e poter essere una donna migliore, da adulta.

Io sono una famiglia è diviso in varie parti, ognuna particolare e fondamentale per lo sviluppo e la comprensione della storia: non sono presenti degli eventi sconnessi o che non contribuiscono alla chiarezza delle vicende. In una prima parte possiamo osservare meglio cos’è successo ad Ada e cosa l’ha resa così, anche se si nota il forte distacco e la forte avversione verso l’ammettere di essere “malata” e quindi accettare una terapia. Diametralmente opposto è invece l’atteggiamento di Arianna, che una volta resosi conto di stare male con se stessa, o meglio con il suo passato, decide spontaneamente di intraprendere un percorso terapeutico.

Tra Arianna e Ada, oltre a questo atteggiamento, ci sono delle differenze sostanziali che possiamo rintraccia nella generazione a cui appartengono: Ada viene da una generazione molto conservatrice, molto legata ai valori imposti dalla Chiesa e sicuramente avversa ai problemi di salute mentale, che vengono considerati una vergogna. Arianna invece appartiene a una generazione dove sicuramente il riconoscimento della malattie mentali ha fatto passi avanti ( siamo ancora lontani dall’abbattimento dei pregiudizi al riguardo, ma ci sono stati dei progressi ) e in parte c’è stato anche un distacco dai canoni comportamentali imposti dalla Chiesa, l’individuo ha una maggiore libertà; questi aspetti sicuramente hanno contribuito nel suo percorso, mentre la mancanza di questi ha peggiorato la situazione vissuta da sua madre.

Le tematiche affrontate in questo romanzo sono sicuramente molto forti, per cui non aspettatevi un romanzo semplice da leggere in quanto molte scene sono particolarmente toccanti, soprattutto per delle persone molto sensibili; nulla di molto cruento, però sono eventi forti che invitano a riflettere chi legge il romanzo. Lo stile dell’autrice e il lessico utilizzato sono molto semplici, quindi arriva direttamente al lettore il messaggio che si vuole trasmettere raccontando questa storia.

Porterò sempre nel cuore la storia di Arianna, che nonostante le difficoltà affrontate da bambina si impegna per essere un’adulta migliore, un’adulta che sappia amare gli altri, ma soprattutto se stessa, coltivando la sua passione e vivendo, finalmente, la sua vita. Una storia che tutti dovremmo leggere, perché permette di comprendere a pieno fino a che punto la situazione familiare influenza fortemente l’individuo.

Ebbe la netta sensazione della fusione totale di se stessa con la natura: con l’azzurro del cielo, con il salmastro del mare, con gli scogli, con i pesci, con la resina dei pini; e in quel preciso istante scoppiarono dentro di lei, dirompenti come solo la musica sa fare, le note, che tante volte aveva suonato in orchestra, dell’An die Freude di Beethoven.

Aveva raggiunto la gioia completa. Aveva riacquistato la libertà. Ora poteva volare, proprio come quel gabbiano.

Di Io sono una famiglia il 50% dei proventi dell’autore è destinato alla cooperativa AllegroModerato di Milano.

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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