Intervista all’autore: Fabio Trombetti!

Ciao lettori, oggi dopo tanto tempo sono tornata con una nuova intervista, vi mancavano? Bene, l’autore di cui parleremo oggi è Fabio Trombetti, che ha scritto il libro “Due occhi in viaggio”.

https://www.instagram.com/p/CASxGAengz3/

Trovate la recensione completa sul blog qua: https://lalettrice.altervista.org/due-occhi-in-viaggio-recensione/

Bene, ora partiamo con l’intervista!

  • Ho letto il tuo libro “Due occhi in viaggio” e l’ho trovato particolarmente introspettivo, infatti si parla molto del protagonista e dei suoi sentimenti. È un tratto descrittivo del tuo stile di scrittura oppure l’hai usato solo in questo libro?

Non so dirti se sia caratteristico perché in ogni libro cerco di cambiare genere e obiettivo; di
sicuro in “Due occhi in viaggio” è il tratto principale perché sto scrivendo in prima persona
e affronto un vero e proprio dialogo tra un uomo e la propria coscienza. Ciò che mi sento di
identificare come motivo ricorrente nei miei libri (che siano thriller o romanzi psicologici) è
la descrizione fatta con passione dei luoghi poiché cerco di ambientare le mie storie in posti
che conosco molto bene e che, quindi, riesco a “vedere” mentre li narro. Se non proprio
introspezione profonda, comunque, mi interessa sempre dare un taglio preciso alle
personalità degli “attori”, protagonisti e non.

  • Come ti è venuta l’idea di far compiere a Giuseppe questo viaggio e soprattutto da cosa ti è nata l’idea del libro?

Era il 2007 quando mi venne in mente la frase d’apertura: ero appoggiato al finestrino del
treno ed ero soprappensiero guardando un tempo uggioso che impoveriva il paesaggio sulla
campagna desolata. Da lì, probabilmente, è stato tutto un effetto domino. Il primissimo
verso, che ho deciso di mantenere intatto, è forse più simile a una poesia che a una prosa:
partendo da quello ho pensato che sarebbe stata un’idea mettere un uomo con le spalle al
muro e costringerlo a guardarsi dentro facendo delle scelte, e l’evento che avviene in
apertura è se vogliamo il pretesto narrativo che ho scelto (ma che ha uno scopo ben preciso
nella trama) per far venir fuori riflessioni che normalmente, con ogni probabilità, emergono
nell’arco di una vita intera. Ecco, la sfida è stata farle affrontare a Giuseppe in una giornata!

  • Se ti dovessero chiedere un consiglio riguardo la scrittura di un libro, cosa risponderesti? Quali sono le fasi o gli elementi fondamentali per scrivere un buon libro?

Io sono sempre partito da un assunto, forse ovvio ma non scontato: “Scrivi per te stesso, sii
tu il tuo primo lettore”. Pensare non a cosa il “pubblico” si aspetta da una storia ma a come
io stesso la vorrei sentire, senza badare troppo ad alcuni canoni editoriali che, sebbene siano
importanti, a volte rischiano di diventare una prigione. E infatti, spesso, vado a rileggere
pagine che a distanza di tempo mi ricordano le emozioni che provavo quando vi ero
immerso. Se vogliamo esagerare (ma sì, esageriamo!) i miei libri sono testimoni che
accompagnano dei periodi della mia vita. Il che non vuol dire che siano autobiografici, vuol
dire che ricordando gli spunti che li hanno ispirati ricordo anche momenti più o meno felici
ma, sempre, “miei”. Resi immortali, in un certo senso, solo per me. Ecco, il modo migliore
per scrivere una buona storia è amarla come si ama se stessi. Identità, in una parola. Lo stile
si migliora, la fantasia ha i suoi momenti, ma la genuinità con cui si prende in mano la penna
(ops, la tastiera di un pc…) deve sempre rimanere quella 😉

  • Com’è nata questa tua passione per la scrittura? Ti è sempre interessata la letteratura?

È nata assolutamente per caso, tanto è vero che in maniera forse anomala ho seguito un
percorso un po’ inverso: devo confessarti che prima di scrivere “Due occhi in viaggio”
infatti non sono mai stato un grande lettore e i libri sfogliati si potevano contare sulle dita di
due mani. Poi ho sentito l’esigenza di regalarmi questa storia e ho poi preso fiducia nei miei
mezzi, continuando a scrivere divertendomi e passando dal romanzo giallo all’introspettivo
proprio perché amo cambiare e mi stimola curare ogni aspetto della pubblicazione
(comprese le copertine, che devono essere rigorosamente mie foto perché la fotografia è
un’altra grande passione!). Oggi ho iniziato a leggere discretamente concentrandomi in
particolare sul genere thriller che è quello che prediligo, laddove da lettore sono
probabilmente meno eclettico. Mi diverte anche pubblicare recensioni sul mio profilo
Instagram e quindi da questo punto di vista siamo anche un po’ colleghi 😉

  • Domanda di rito, che faccio a tutti gli autori: come immagini la tua vita senza scrittura, e come invece la immagini senza letteratura?

Essendo la scrittura una passione più che un vero lavoro (per necessità, perché in realtà sarei
la persona più felice del mondo se potessi vivere di questo!) mi viene da rispondere che non
mi pongo la questione perché, se volessi, potrei semplicemente smettere. L’importante è
riuscire sempre a vederla come una fonte di divertimento, più che un vero e proprio
impegno, altrimenti finirebbe presto la benzina (rimanendo in tema di “viaggio”). Al
momento, ogni volta che aggiungo un titolo mi sento in qualche modo arricchito
personalmente e questo mi fa pensare di poter continuare a lungo. Per quanto riguarda la
letteratura in genere credo che nel mio caso i due aspetti siano molto collegati: se dovesse
venire a mancare la voglia di scrivere avrei anche meno interesse nel leggere, ma
continuerei a pensare che essa sia l’unico modo che abbiamo per lasciare una vera traccia di noi come esseri umani. Se ancora oggi ci impegniamo a decifrare geroglifici, in fondo, vuol
dire che l’interesse per chi ha qualcosa da raccontare è senza tempo.

  • Quanto pensi che sia stato per te collaborare con delle blogger, o comunque con persone che si occupano di recensire libri, durante il tuo percorso? Lo rifaresti?

È stato e continua a essere molto importante perché in un universo (quello dei libri) dove
ottenere una visibilità anche minima risulta quasi impossibile è un ottimo modo per far
incontrare il desiderio di farmi conoscere con la passione di persone come voi che, per le
esperienze avute finora, mettono sia impegno che gioia nel parlare di noi autori e,
soprattutto, danno fiducia anche a chi non ha un grande nome da spendere. Quindi,
ringraziandoti per l’intervista, ti assicuro che mi ricorderò di te quando sarò famoso!
L’autoironia aiuta sempre 😉

Oggi è una giornata particolare per me, in qualche modo legata anche a questo libro. Grazie per avermi letto, come sempre. A presto lettori! @la_lettrice_ • Foto e video di Instagram

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

18 Risposte a “Intervista all’autore: Fabio Trombetti!”

  1. Queste interviste sono sempre molto interessanti! È bello sapere che la scrittura ha fatto avvicinare l’autore alla lettura, paradossalmente ahaha l’inverso di quello che capita agli altri! ?

  2. Carissima le tue interviste sono sempre strutturate con tanta professionalità, cosa che manca a molti in questo piccolo mondo.

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