In nome del figlio di Licia Allara

La penna di Licia Allara guida il lettore alla scoperta delle vicende con un ritmo incalzante: In nome del figlio è il suo secondo romanzo.

  • Titolo: In nome del figlio
  • Autrice: Licia Allara
  • Casa editrice: Europa Edizioni
  • Numero di pagine: 200 circa
  • Codice ISBN: 9791220110693
  • Prezzo: 13.90€ cartaceo – 9.49€ e-book
  • Link per saperne di più cliccando qui

Leonardo Parodi ha trascorso tutta la sua infanzia e la sua adolescenza a Genova, ma ora è un uomo, un avvocato di successo che abita a Milano. Soltanto una cosa lo lega ancora alla sua città natale: il compleanno di suo padre, le tradizioni legate a quel 26 Aprile che si ripetono ogni anno che ancora gli permettono di staccare dalla frenesia milanese, di tornare a respirare quell’aria di mare che fa sempre bene. Ma il 26 Aprile 1991 è destinato a essere diverso dagli altri; suo padre, ormai anziano, deve tenere fede a una promessa fatta sul letto di morte a sua moglie Maria qualche anno prima: deve trovare le giuste parole per confessare un segreto inconfessabile, che ha segnato il passato di Leonardo, la sua storia, senza che lui lo abbia mai saputo, ma avvertendone sulla propria pelle le conseguenze.

Sin dai primi anni della sua vita, Leonardo ha sempre compreso come funzionasse la logica degli equilibri in quella casa genovese paterna: sua madre, Maria, non era molto affettuosa nei suoi confronti, dell’amore materno stentava a sentirne anche solo delle tracce, mentre la loro domestica, Ida, è sempre stata gentile e affettuosa nei suoi confronti, premurosa e attenta a tutti i suoi bisogni, in qualsiasi fase della sua vita e anche adesso, quando è ormai un uomo adulto e indipendente la sua presenza, dolce e silenziosa è ancora palpabile. Suo padre, Orfeo è invece un uomo molto duro e rigoroso: mai un gesto d’affetto verso la moglie, spesso dei rimproveri… l’ambiente in cui è cresciuto Leonardo non è perfetto, ma questo non gli ha impedito di diventare l’uomo che è adesso.

Ma ritornando al 26 Aprile 1991 sarà appunto il giorno del segreto svelato: un segreto taciuto durato una vita, che forse può essere la risposta a tante delle domande che Leonardo si è posto nel corso degli anni e alle quali non ha mai trovato risposta. Forse, questa volta è quella buona per presentare la sua fidanzata a ciò che rimane della sua famiglia, forse questo è un giorno in cui accadranno più cose di quelle che ci si aspetta, forse…

In nome del figlio è un romanzo con un’apertura in medias res: questa scelta da parte dell’autrice catapulta immediatamente, senza troppi preamboli, il lettore all’interno del romanzo, per poi lasciargli assaporare per gradi la verità, scoprendola leggendo delle storie di tutti i personaggi coinvolti, non solo di Leonardo. Ho apprezzato molto anche la scelta di inserire una sorta di “voce fuori campo” con il personaggio di Maria che sembra essere un narratore onnisciente, che però in qualche modo influenze le vicende.

L’autrice dedica un ampio spazio alle descrizioni, che non risultano mai fuori luogo o troppo prolisse: luoghi, sensazioni, odori, pensieri e desideri e così via; aiutano il lettore a immergersi completamente nella lettura e tentare di indovinare, di provare a scoprire cosa si cela dietro tutto questo mistero, a cosa porterà tutta questa storia… Come anche nel suo primo romanzo, la penna di Licia Allara fa salire il lettore a bordo di una sorta di viaggio interiore che compie insieme ai personaggi stessi, immerso profondamente in questo climax ascendente di tensione, emozioni e sempre più nuove scottani rivelazioni.

Il lessico utilizzato è semplice ma ricercato, attento e molto curato che si conformerà perfettamente al ritmo incalzante e crescente della storia: dal punto di vista sintattico è un romanzo scritto molto bene. Altrettanto ben curato e strutturato lo è dal punto di vista logico-temporale degli eventi, le piccole anticipazioni e i flashback inseriti trovano un loro senso poi nel corso della lettura. La caratterizzazione dei personaggi e la loro evoluzione nel corso della storia mi ha affascinata molto e mi ha portato ad avvertire un forte desiderio di leggere di più sulle loro emozioni e sulla loro storia, di entrare per certi versi in quella che è la loro vita.

Molte le tematiche di cui In nome del figlio parla, in modo più o meno approfondito: la famiglia, il matrimonio, l’amore e le sue carenze, l’amore e le sue carezze, il passato e i segreti che sembrano inghiottirci, il senso del tempo che scorre inevitabilmente, non accetta repliche o scuse, la forte pressione che esercitano le promesse, i silenzi, le parole taciute. Tutti temi su cui potrete leggere delle riflessioni attraverso le emozioni e i pensieri dei personaggi, ma anche attraverso gli eventi stessi. Sicuramente è importante interiorizzare la morale che questo romanzo nasconde, che vuole comunicare: se il fine di ogni libro è quello di intrattenere il lettore e solo quello di pochi libri di formare il lettore, di comunicargli qualcosa e invitarlo a farlo proprio, allora In nome del figlio appartiene sicuramente a questa seconda categoria.

Personalmente l’ho trovato un ottimo romanzo, ricco di spunti riflessivi e della giusta suspense che alimenta la voglia del lettore di conoscere la storia e i suoi personaggi a fondo, per cui mi sento di consigliare questa lettura a tutto, ma in particolar modo a chiunque almeno una volta nella sua vita si sia ritrovato a fare i conti con il proprio passato, a dover convivere con dei segreti, a chiunque abbia bisogno di fare ordine nella sua vita.

Qualche barca mattutina gonfia di vele solcava il vento, fendeva il blu cobalto e sbatteva la chiglia sulle onde rimandando un suono secco: era il suono secco di una decisione. Inutile continuare a macerarsi in quell’umiliante tergiversare, in quel rimpiangere l’Orfeo perduto, l’uomo che, nel bene e nel male, era stato. E, a ben vedere, l’uomo che ancor era, perché non ci sono interruzioni nella vita di un uomo; ciò che si è viene costruito in ogni singolo momento. Noi siamo le decisioni che prendiamo e anche il non decidere è sempre una scelta, in definitiva. Il non amare è una scelta. Lo è il nascondersi, lo è il mentire.

Ho recensito un altro romanzo di quest’autrice, Lettera alla sposa , un romanzo indipendente da questa seconda pubblicazione, ma sicuramente altrettanto valido. Per leggere la recensione cliccate qui

Sull’autrice:

Licia Allara, piemontese, è nata nel 1966. Sposata, con tre figli, ha vissuto in diversi paesi europei. Attualmente abita a Cascais, in Portogallo. Collabora con una piccola ONLUS italiana, adora il tennis e le onde dell’oceano. In nome del figlio è il suo secondo romanzo; nel 2019 ha pubblicato, sempre con Europa Edizioni, Lettera alla sposa.

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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