Il paese è piccolo, la gente parla

Il paese è piccolo, la gente parla è un romanzo che racconta una storia scomoda, difficile da accettare e carica di dolore, ma soprattutto vera.

Il paese è piccolo, la gente parla
  • Titolo: Il paese è piccolo, la gente parla
  • Autrice: Mara Cristofaro
  • Casa editrice: Editore Meligrana
  • Numero di pagine: 215 circa
  • Codice ISBN: 9788868153724
  • Prezzo: 17.00€ cartaceo, 4.19€ e-book
  • Link per saperne di più cliccando qui

Affrontare il dolore e il senso di angoscia che questa lettura mi ha causato non è semplice: leggere questa storia è stato straziante. Il paese è piccolo, la gente parla credo che sia il titolo perfetto per una storia di questo tipo, ma ahimè non si limita solo a questo.

Ci viene raccontata la storia di Ginevra con gli occhi di sua sorella minore: la loro vita da piccole, dove lei è stata un po’ la sua mamma, un po’ la sua migliore amica, oltre che semplicemente sua sorella, ma anche di come il loro rapporto con il passare degli anni sia cambiato. Crescendo sono diversi gli interessi e le aspirazioni, le amicizie e i modi di vivere, ma non è mai cambiato invece ciò che Ginevra rappresentasse il porto sicuro di Elena: nonostante un po’ la invidiasse sempre, forse non riuscisse a comprendere le sue scelte fino in fondo, è sempre stata legata moltissimo alla su Gin.

Inizialmente, quindi, l’autrice ci presenta Elena e Gin attraverso il racconto in prima persona di Elena, il suo interminabile flusso di pensieri e ricordi: la loro infanzia, poi le scuole medie, le superiori e poi tutto quello che viene dopo un evento che stravolgerà radicalmente l’equilibrio della loro famiglia, che vive in un piccolo paesino di nome Acquaviva. Non mi soffermerò molto sulla trama, perché il punto focale della vicenda sono le tematiche e le problematiche che vengono affrontate nel corso della narrazione.

Ginevra sarà vittima di revenge porn: spietate e tremendamente crudeli saranno le reazioni di quasi tutti i suoi conoscenti, i suoi compaesani che altro non sono riusciti a fare se non giudicare senza conoscere, senza provare a domandarsi chi fosse la vittima in tutta la situazione che si è creata. Il paese è piccolo, la gente parla è la storia di una mentalità subdola e sempre pronta a giudicare le disgrazie altrui: si sa tutto di tutti, ma sempre male e pieno di esagerazioni e imprecisioni dovute al passaparola. Il senso di trappola e di soffocamento che ne consegue può diventare insostenibile, specie quando l’argomento dello “scandalo” di turno è così intimo e complesso, mentre le persone frivole e superficiali. A causa di comportamenti come questi, che poi si sono anche estesi al mondo dei social dove le accuse, gli insulti e le continue minacce rivolte a Ginevra non cessavano mai di moltiplicarsi, che l’esistenza di una persona viene annullata: ha senso continuare a lottare per i propri sogni, se non ci si sente più delle persone? Se si perde la propria dignità, si leggono ogni giorno, ogni ora, nuove minacce di morte, insulti che sminuiscano il proprio corpo, il proprio valore sia come essere umano, che come donna, la propria esistenza cessa di avere un senso. Inevitabilmente ci si isola in una propria bolla di solitudine, impenetrabile: il più grande rimpianto di chi rimane, invece, sarà quello di non averlo notato, forse di non aver fatto tutto quello che avrebbero potuto, forse…

Il revenge porn trovo che sia una delle formule più subdole di vendetta: una volta in rete, il materiale continuerà inevitabilmente a girare e il destino di una persona, a causa della società in cui viviamo basata ancora su stupide convinzioni retrograde. Nessuno dovrebbe mai permettersi di condividere contenuti di questo tipo così intimi e privati, ma quando ciò accade non si condanna mai il vero carnefice: è sempre colpa di chi ha riposto la sua fiducia in quella persona, di chi ha voluto condividere un lato così privato di sé, quasi mai di chi invece ha condiviso senza alcun permesso tale materiale. Una riflessione al riguardo è necessaria.

Si affollano nella testa di Elena tutti quei “forse avrei dovuto”, “forse lo avrei evitato” che le impediscono di trovare una pace interiore, complice la mancanza, l’angoscia, l’aria che manca nei polmoni in alcuni momenti. Si affollano nella testa di sua madre, che non riesce a perdonarsi, a perdonare, in quella di suo padre che non sarà mai più come prima, che tenterà in ogni modo di cancellare le tracce di quello che è successo: ma non si può cancellare qualcosa che ci cambia la vita.

Molte sono le tematiche oltre al revenge porn affrontate in Il paese è piccolo, la gente parla: l’amicizia, l’amore, la voglia di libertà e indipendenza, la famiglia e le figure genitoriali, lo studio, l’adolescenza, il silenzio, la solitudine, il dolore, la perdita, l’angoscia…

Il romanzo indaga a fondo sulla psicologia di ogni personaggio, sulle loro azioni, su cosa le guidi. Il lessico utilizzato è semplice e facilmente comprensibile a tutti; il ritmo inizialmente appare più lento e descrittivo, ma man mano gli eventi lo rendono sempre più incalzante, l’angoscia provata dal lettore segue un climax ascendente. Una lettura consigliata a un pubblico composto da qualsiasi tipo di lettore: necessaria, per gli argomenti che affronta e ben scritta. Alcune delle parti che ho letto, oltre quelle riportate in questo articolo, mi rimarranno per sempre incastonate dentro.

Forse mi avrebbe voluta più complice, più utile. Mentre io, quando la scorgevo sul divano imbambolata davanti a un film o stesa sul prato del nostro giardino ad ascoltare la musica con gli occhi chiusi, mi limitavo a osservarla con tenerezza, con amore, ed ero sicura che lei lo comprendesse quel mio silenzio, che le stavo dando il suo spazio e il suo tempo per affrontare la vicenda, per affrontarla e poi dimenticarla. Non ho considerato, o l’ho fatto solamente molto tempo dopo, che in quei giorni lei non si sentiva semplicemente mortificata come donna e come essere umano, si sentiva soprattutto sola.

All’inizio sei eccitato, agganci le cinture di sicurezza e respiri profondo, fai un sorriso a te stesso – tra pochi istanti fluttuerò nell’aria – ma un attimo dopo quell’adrenalina si trasforma in terrore e allora vuoi scendere da quella che intanto è diventata una trappola mortale, allora quel vuoto sotto i piedi non è poi così divertente.

Sull’autrice:

Mara Cristofaro è nata a Napoli nel 1987; è un avvocato, ma la sua passione più grande è da sempre la scrittura. Ha collaborato negli anni con diverse testate giornalistiche come freelance. Divora romanzi alla velocità della luce, ama i film di Verdone, le canzoni di Lucio Battisti, i viaggi “zaino in spalla” e scrivere diari di viaggio una volta tornata a casa (pubblicati diverse volte sulla rivista “Turisti per caso”). Ha pubblicato Il paese è piccolo, la gente parla.

La ringrazio per la colllaborazione.

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *