Il club della solitudine di Deborah Bincoletto

Il club della solitudine è un romanzo in grado di toccare le corde del nostro animo: profondo e sincero, semplice e diretto, ci fa compiere un viaggio interiore assieme alla protagonista.

Il club della solitudine
  • Titolo: Il club della solitudine
  • Autrice: Deborah Bincoletto
  • Casa editrice: Scatole Parlanti
  • Numero di pagine: 215 circa
  • Codice ISBN: 9788832813371
  • Prezzo: 15.00€ cartaceo
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Vera è seduta su una panchina, quando la sua vita cambia, o forse stava già cambiando da un po’: Agata le si presenta e la invita a seguirla. Arrivano in un vecchio edificio, che un tempo ospitava una scuola e senza dare troppe spiegazioni Agata le fa visitare tutta la struttura; c’è la sala chiacchiere, la stanza del silenzio, ci sono delle persone che chiacchierano animatamente e sembrano non accorgersi proprio della presenza di era, mentre ce ne sono altre che piangono, il corpo scosso profondamente dai singhiozzi, e non si preoccupano che ci sia Vera: esternano il proprio dolore e lo buttano fuori così.

Questo edificio è Il club della solitudine e chiunque si senta triste, o abbia bisogno di togliersi la maschera di felicità che spesso siamo obbligati a portare per andare bene agli altri, può recarsi qui, dove troverà delle persone che non potranno giudicarlo, né guardarlo con gli occhi compassionevoli di chi prova pietà, né forzarlo ad aprirsi. Insomma è un luogo dove chiunque può sentirsi al sicuro, che si senta felice o triste, che abbia voglia di stare da solo o di avere qualcuno accanto. E’ un luogo dove la serenità regna sovrana, dove nascono forti legami che vanno oltre le apparenze sociali, le maschere che quotidianamente indossiamo e intercambiamo.

L’idea di avere un rifugio, un posto sicuro dove poter essere se stessa e liberarsi da alcuni fantasmi che sono rimasti intrappolati nel suo passato, mette a soqquadro l’equilibrio della vita di Vera, che perlopiù si riduceva al suo lavoro da cassiera, qualche incontro con delle amiche, ma soprattutto la televisione e la radio sempre accese, per evitare che il suono dei pensieri fosse troppo forte, che richiedesse con forza di essere ascoltato. Vera, come anche tutti gli altri “partecipanti” del club, è stata segnata da alcuni eventi durante la sua vita, che inevitabilmente hanno influenzato la persona che è oggi, ma quando si pensa a questo, è inevitabile chiedersi anche “Quand’è che sono diventata così? Quando ho smesso di essere la persona che ero prima?”. Nella vita di Vera ci sono stati molti cambiamenti, molti eventi che l’hanno costretta volontariamente o involontariamente a cambiare; uno tra questi è sicuramente l’incontro con Agata e la scoperta di questo club della solitudine, dove paradossalmente è quasi impossibile sentirsi soli, ma ce ne sono stati altri che scopriremo nel corso della lettura, grazie all’inserimento di alcuni frammenti del suo diario di quando era ancora più o meno adolescente.

Carlo, Nino, Agata, Vanessa, la signora Lucia e tutti gli altri del club saranno personaggi fondamentali per Vera e per il viaggio interiore che si ritroverà a percorrere, senza sapere bene come, forse anche senza rendersene conto; ognuno di loro avrà un ruolo diverso in questo percorso: c’è chi sarà per lei un’amicizia solida su cui poter contare, chi qualcosina in più, chi la inviterà a riflettere su varie tematiche e a guardarle sotto un punta di vista differente dal suo, ma anche chi quasi silenziosamente la aiuterà a prendere coscienza di cos’ha realmente bisogno per potersi sentire realmente felice, senza freni e senza paura.

Vera già dalle prime pagine di questo romanzo appare come una donna forte e coraggiosa, che forse non sa bene fino a che punto lo è davvero, ma che sa bene che la sua vita in parte le sta bene così: ha la sua indipendenza economica, ha un suo appartamento, un lavoro e non le serve un uomo accanto per essere “completa”, anche se è questo che molte volte ci spinge a credere la società. Ha però la sensazione che manchi qualcosa nella sua vita, qualcosa di più intimo e profondo di una semplice relazione con qualcun altro, forse, le manca accettare il suo passato e ricostruirsi, tornare a fidarsi delle persone, e pensare un po’ di più a se stessa, pur continuando a pensare sempre agli altri, con il cuore grande che ha.

Non a caso il suo grande sogno era quello di diventare un’infermiera, in modo da potersi donare completamente agli altri, di poter salvare la vita a qualcuno o di migliorarla, renderla più piacevole e meno dolorosa a qualcun altro. Ma la vita a volte è una vera stronza, con alcuni più di altri, ma cosa si è frapposto tra lei e il suo sogno di una vita dovete scoprirlo leggendo questo romanzo.

Restare da soli con noi stessi, con i nostri pensieri, i nostri fantasmi del passato ci spaventa e forse proprio per questo tentiamo di riempire la nostra vita di impegni, di rumori che ci possano distrarre, ma inevitabilmente ci sarà un momento in cui rimarremo da soli, nudi di fronte alle nostre paure, e quel momento segnerà un attimo decisivo per la nostra vita, che richiederà tutta la forza d’animo che tendiamo sempre a nascondere dentro noi stessi, assieme a tanto coraggio.

Lo stile di quest’autrice mi ha conquistata, facendomi sentire parte integrante del romanzo, mai distaccata da quegli che erano gli eventi e i dialoghi che si sono susseguiti; è proprio Vera, in prima persona, a raccontarci la storia in parte della sua intera vita, o almeno degli eventi più importanti, ma soprattutto degli eventi che hanno visto come protagonisti Il club della solitudine e i suoi partecipanti, le sue emozioni e i suoi stati d’animo. Il lettore non deve sforzarsi di comprendere Vera, perché si mette completamente a nudo, lasciandoci entrare nei suoi pensieri e nel suo passato.

Il lessico utilizzato l’ho trovato adatto per le situazioni descritte e i vari dialoghi presenti nel romanzo, né troppo complesso, ma neanche banale e questo mi ha permesso di immergermi completamente nella storia, provando a volte le stesse emozioni di Vera, ritrovandomi in molti dei suoi stati d’animo. Le tematiche affrontate sono moltissime, a partire dall’amore e l’amicizia, passando per le differenze ideologiche tra varie generazioni, ma anche per le mille difficoltà che la vita spesso ci richiede di affrontare, la forza, il coraggio, la rinascita, fino ad arrivare alla tematica dell’omosessualità che viene affrontata in modo delicato e dolce, ma anche allo stesso tempo doloroso e sofferente.

La fiducia, un elemento così fragile da rompersi come un cristallo, eppure allo stesso tempo così potente da creare e rafforzare le relazioni umane fino a renderle quasi indistruttibili. La fiducia è una catena che ci tiene uniti, è un’ancora di salvezza per non impazzire nella nostra solitudine. Esce allo scoperto nelle situazioni più delicate, quando dobbiamo essere disposti a mettere da parte lo scudo che ci protegge dagli attacchi umilianti di chi ha perso la coscienza per strada. Abbiamo

Sull’autrice:

Deborah Bincoletto è nata a Motta di Livenza (TV) nel 1995 e vive a Jesolo Lido (VE). Si è laureata in Scienze della società e del servizio sociale all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e ha conseguito la magistrale in Culture, formazione e società globale – Scienze pedagogiche all’Università degli Studi di Padova. Attualmente lavora in una scuola dell’infanzia come maestra ordinaria. Suoi racconti sono stati pubblicati in antologie varie. Il club della solitudine è il suo primo romanzo.

Ne approfitto per ringraziare l’autrice per la collaborazione, è stata gentilissima e il suo romanzo è stato molto importante per me.

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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