Eredità di Vigdis Hjorth recensione

La parte della letteratura che più mi affascina è quella che attraverso delle parole fatte d’inchiostro dona voce a tante vittime che restano in silenzio, a tante problematiche che nella società vengono taciute, ma di cui si ha la necessità di trattare e di far capire; Eredità è proprio questo: dà voce a tutte le vittime di abusi familiari e di incesti, della reazione della loro famiglia, ci mostra una parte della loro vita e delle loro riflessioni, dei loro pensieri.

Eredità
  • Titolo: Eredità
  • Autrice: Vigdis Hjorth
  • Casa editrice: Fazi Editore
  • Numero di pagine: 373
  • Codice ISBN: 9788893254595
  • Prezzo: 18.50€
  • Link d’acquisto: https://amzn.to/330cMWR

Cosa succede se dopo una frattura familiare l’eredità viene divisa in modo impari? Cosa succede quando il passato chiede con prepotenza di tornare a far parte della nostra vita, non più di rimanere sepolto, ma di essere vissuto e affrontato.

E’ quello che è successo a Bergljot: dopo ventitré anni dalla sua grande rottura con la sua famiglia, dal momento in cui aveva preso le distanze dal suo passato doloroso, scopre di aver ereditato una somma in denaro inferiore alle sue sorelle, Asa e Astrid, il che sarebbe anche normale, se solo non fosse toccata la stessa sorte a suo fratello Bard che aveva sempre mantenuto un ottimo rapporto con i suoi genitori…

Questa storia le chiede di intervenire, di schierarsi da una parte, seppur non abbia alcun interesse di tipo economico o affettivo con quella famiglia che ha sempre deciso di rifiutare la sua storia, la sua versione dei fatti per poter andare avanti senza intaccare il nome della famiglia e farla diventare al centro di uno scandalo, è così che reagiscono la maggior parte delle famiglie quando si scopre un incesto all’interno, lo dicono anche le statistiche e la famiglia di Bergljot non è stata l’eccezione.

Bergljot vittima di abusi da parte del padre, del quale ha sempre avuto paura e con il quale sentiva sempre di dover eccellere, per non deluderlo, per non farlo arrabbiare, per non farsi sgridare, per far sì che tutto ciò non si ripetesse, ma nulla di ciò ha impedito che gli abusi continuassero a ripetersi e la segnassero per il resto della sua vita.

Il nostro cervello molto spesso tende a rimuovere gli eventi che considera troppo dolorosi, che non riesce ad accettare e sa di non essere in grado di sopportare, fino a riportarli a galla nei nostri ricordi quando sa che siamo in grado di sopportarli: così è successo a Bergljot, Eredità ci racconta la sua storia, ma anche quella di tantissime altre vittime proprio come lei, che faticano a farsi credere dalla propria famiglia quando sono in grado di confessare cos’è successo e si sentono continuamente ripetere frasi del tipo “stai inventando tutto”, “guardati allo specchio e vedrai una psicopatica”, “tuo padre era buono e non sarebbe mai stato in grado di fare una cosa simile”.

Così le vittime si ritrovano a dover convivere con una moltitudine di dolori, ma tra i più insopportabili, secondo solo all’abuso stesso, è proprio questo senso di abbandono e di rifiuto da parte della propria famiglia.

Non si diventa buoni quando si soffre. Di norma, quando si soffre, si diventa cattivi. La discussione su chi abbia sofferto di più è puerile. Di norma, coloro che hanno subito abusi rimangono mutilati a livello emotivo e la loro vita affettiva risulta distrutta. Di norma, chi ha subito eredita il modo di pensare e i metodi del suo aguzzino.

Questa è la conseguenza più infame delle vessazioni subite, che distruggono chi ne è stato vittima riducendo la sua possibilità di affrancarsi da tutto questo.

Ci vogliono molto lavoro e molta fatica per trasformare la sofferenza in qualcosa di utile per qualcuno, soprattutto per chi ha patito in prima persona.

Eredità è un libro molto particolare, per lo stile e per i temi che tratta, ma è uno di quei romanzi che dovrebbero essere diffusi su scala mondiale per dare voce a tutte quelle vittime che non hanno il coraggio di denunciare, né alle autorità competenti, né alla propria famiglia e tentano di convivere con il proprio dolore.

Eredità è un libro di denuncia di questa situazione, molto diffusa nel mondo e di cui troppo spesso non si parla mai, l’autrice Vigdis Hjorth si fa carico della responsabilità di lanciare questo forte messaggio e di trasformare le sue parole in armi per combattere il silenzio in cui sono intrappolate le vittime e lo fa con uno stile tremendamente particolare e perfetto. La letteratura è molte cose, tra queste è anche un’arma e un potente mezzo e l’autrice lo sa bene.

Non ero in grado di perdonare.

Ma di gettare tutto nell’oceano dell’oblio?

Sollevarlo alla luce, studiarlo, riconoscerlo, accettarlo e gettarlo nell’oceano dell’oblio?

Non ero in grado di fare neppure quello. Perché non si trattava di episodi singoli, e neppure di un racconto finito, ma di una ricerca caparbia, uno scavo necessario pieno di cortocircuiti e tormenti involontari. E la presenza della mia infanzia perduta, l’eterno ritorno di quella perdita, era ciò che mi rendeva nitida e distinta a me stessa, una parte della mia esistenza che permeava persino il sentimento e la sensazione più piccoli che albergavano dentro di me.

L’autrice di Eredità, Vigdis Hjorth è una delle scrittrici norvegesi più conosciuta e apprezzata dalla critica letteraria; nel corso della sua carriera ha vinto svariati premi, ma con Eredità si è aggiudicata i due premi principali della letteratura norvegese, il Norwegian Booksellers’ Prize e il Norwegian Critics Prize for Literature .

Un ringraziamento speciale, come al solito, va alla casa editrice Fazi Editore per la collaborazione che mi ha permesso di leggere un libro del genere, che entrerà a far parte dei miei romanzi preferiti. Ecco altre collaborazioni con questa casa editrice: https://lalettrice.altervista.org/tag/fazi-editore/

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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