Ariel e Azra di Diego Venturi

Ariel e Azra è un romanzo che ci parla di diversità, di inclusione, d’amore e amicizia, ma soprattutto che ci racconta delle tradizioni e delle usanze di cui non sentiamo spesso parlare.

Ariel e Azra
  • Titolo: Ariel e Azra
  • Autore: Diego Venturi
  • Casa editrice: Edizioni ae
  • Numero di pagine: 155 circa
  • Codice ISBN: 9788873264941
  • Prezzo: 12.00€ cartaceo
  • Link per saperne di più cliccando qui

La storia che ci viene raccontata in Ariel e Azra è molto dolce, tenera, ma allo stesso tempo profonda e significativa: i due protagonisti della storia non ci raccontano soltanto la loro storia, ma quella di tanti che come loro si sono sentiti diversi e molto spesso non del tutto compresi da chi era attorno a loro.

Ariel è un giovane ragazzo ebreo che si è appena trasferito a Roma dall’Israele, frequenta una scuola dove impara la lingua e le usanze italiane, ma a volte ha come la sensazione di non sentirsi per niente parte di quel mondo, di quelle persone, di quelle idee; la sua vita è per certi versi molto piatta, ma prenderà una piega molto diversa quando un giorno per caso incrocia lo sguardo di una ragazza, Azra, che cattura subito la sua attenzione.

Azra si è trasferita invece dalla Macedonia in un campo rom sempre a Roma e la sua vita ha preso una piega molto diversa: ora abita con gli zii e ogni giorno è costretta a cercare l’elemosina assieme a suo fratello, alternando però le varie zone di Roma; è per questo motivo che dopo il primo incontro di sguardi con Ariel non riescono più a incontrarsi, a riconoscersi tra la folla.

Ma qualcosa un giorno cambia, i due ragazzi si rivedono e superato l’imbarazzo iniziale stringono una forte amicizia inizialmente nata dallo stesso senso di estraneità che avvertono entrambi, di inquietudine e di nostalgia che avvertono entrambi, ma che forse non hanno coraggio di ammettere né all’altro né a se stessi. Saranno fondamentali l’uno per l’altra, fino a diventare qualcosa in più, ad andare oltre l’amicizia, pur mantenendo il loro rapporto sempre una sicurezza e una certezza. Sempre pronti a sostenersi, a sfidare tutto e tutti solo per poter essere felici, per vivere qualche momento tranquillo e lontano dai problemi.

Man mano che il racconto va avanti e con esso anche la solidificazione del rapporto tra i due, i protagonisti iniziano ad aprirsi e a raccontarsi molto di più, iniziando a parlare molto anche delle proprie usanze, delle feste e delle tradizioni tipiche della loro cultura o religione, si scambiano opinioni in merito e rimangono affascinati dalla vastità di nuove conoscenze che possiamo apprendere dagli altri solo ascoltandoli.

E’ proprio su questo perno che si fonda tutta la narrazione durante il corso del romanzo: l’autore sottolinea ed evidenzia le parti in cui i due ragazzi parlano di loro e della loro storia proprio perché Ariel non è semplicemente un ragazzo ebro che si è trasferito in Italia, ma Ariel ha il compito di raccontarsi e raccontarci la storia di molti che, come lui, si sono sentite straniere nella nostra terra e hanno avuto difficoltà ad ambientarsi, a sentirsi accettate la maggior parte delle volte.

Personalmente ritengo che la storia di Azra invece sia fondamentale da conoscere e comprendere, perché attuale e terribilmente triste: la comunità rom fatica molto ancora oggi a essere accettata, in quanto molto spesso si nutrono dei pregiudizi ormai profondamente radicati nel nostro modo di pensare che ci impediscono di vedere oltre. Oltre tutti i pregiudizi, infatti, Azra è poco più che una bambina costretta a vagare per le strade di Roma in cerca di qualcuno che si intenerisca e le dia qualcosa, che sia cibo o denaro, per poter sopravvivere e con lei suoi fratello, ancora più piccolo di lei. Non hanno modo di studiare, di giocare liberamente e diversi con i propri coetanei, perché è questo ciò che detta le regole della sopravvivenza.

Ariel e Azra è un breve romanzo che ci invia a riflettere su molti aspetti, per cui è un romanzo prezioso, che si legge molto velocemente (io ho impiegato solo un paio d’ore), ma che lascia spazio per moltissime riflessioni dentro di noi che non hanno un limite massimo, una scadenza, ma che semplicemente ci chiedono di essere ascoltate. Sono importanti le storie di entrambi, in quanto tutte parlano di diversità e inclusione al tempo stesso, ma quella di Azra è stata particolarmente toccante, in alcuni punti mi ha commossa profondamente perché mi sono sentita vicina a lei, sono riuscita a provare una forte empatia nei suoi confronti.

Ariel e Azra è un romanzo ricco di spunti riflessivi, ma che racconta la storia di un legame profondo, che va oltre le differenze culturali o di “ceto sociale” che rendono diversi i due ragazzi, va oltre il vedersi e sentirsi tutti i giorni, ma si basa sempre sull’esserci, sull’ascoltarsi e sul non sentirsi mai soli in due. Questo romanzo è adatto a un pubblico molto vasto di lettori, in quanto affronta tematiche adatte a essere trattate e discusse sempre, con un linguaggio semplice e chiaro, particolarmente ricco e dettagliato durante i vari approfondimenti culturali che ci offrono questi due ragazzi.

Ringrazio l’autore per la collaborazione. Parte del ricavato verrà devoluto a delle onlus marchigiane che sostengono bambini malati.

Mi sentivo diverso.

Da tutto.

Da tutti.

Straniero. Non solo nella lingua, nelle abitudini e nei costumi.

Straniero nell’anima.

Straniero nella carne, nei pensieri, nel cuore.

L’opera è stata premiata come prima classificata nella categoria romanzi editi al 27° concorso artistico internazionale “Amico Rom”.

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Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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