AI SOPRAVVISSUTI SPAREREMO ANCORA

Ai sopravvissuti spareremo ancora

Claudio Lagomarsini
Il “Salice”, il fratello minore di Marcello, è costretto a compiere un viaggio oltreoceano per tornare alla casa dove ha abitato da piccolo. La casa va venduta, la madre non ha alcun interesse economico o morale ad occuparsene, così è costretto a farlo lui. Nella casa trova vecchi scatoloni chiusi e impolverati, pieni di oggetti inutili o ai quali sono legati troppi ricordi. Nell’aprire quelle scatole ritrova per caso cinque quaderni che dalla scrittura sembrano essere appartenuti a Marcello.
Così inizia a leggerli e vedrà gli avvenimenti della sua adolescenza con occhi diversi, un po’ con gli occhi del fratello e un po’ con la consapevolezza che ha acquisito con il passare degli anni.

Introduzione

In questi quaderni Marcello racconta i propri pensieri e le proprie emozioni riguardo la sua vita in casa con sua madre, il suo compagno da lui soprannominato “Wayne” , con suo fratello chiamato “Salice” e con i due figli di Wayne, Diego e Ramona. I vicini di casa sono la nonna materna e un vecchio signore, “Il Tordo” con sua moglie paralitica.
Il Tordo è un signore anziano, un po’ ubriacone e burlone, molto invaghito di sua nonna, che è una signora con molti uomini alle spalle…
Wayne invece viene visto da Marcello come un tiranno nei confronti della madre: la ricatta, seppur non direttamente, al fine di renderla obbediente ad ogni suo ordine, da quelli riguardanti la casa a quelli riguardanti il comportamento che avrebbe dovuto assumere.
Il comportamento insolito di Ramona, fidanzata con un artista musicale Filippo, e di Diego, che a dispetto di tutto ciò di cui è convinto suo padre è uno spacciatore, un delinquente e ben presto diventerà pericolo per tutta la famiglia, tutto questo viene notato in casa solamente da Marcello, che da tutti viene giudicato pazzo, debole, irascibile, quando in realtà è solo una persona estremamente sensibile, attento ai particolari e molto riflessivo.

Aneddoti personali

Il comportamento di Marcello verso ciò che gli accade intorno mi ha fatto riflettere moltissimo: spesso la gente tende a confondere le lacrime che escono dagli occhi delle persone per debolezza, quando è solo sensibilità acuta o magari una forte richiesta di aiuto. Spesso le persone taciturne vengono definite “asociali” solo perché la società non comprende quanto ci si possa sentire inadatti confrontandoci con gli altri. Spesso la timidezza viene scambiata per egocentrismo o apatia.
Questi sono gli errori più gravi che compie la società e finisce per uccidere, moralmente e talvolta anche fisicamente, chi prova ad immergersi nella realtà, ad esserne partecipe nonostante tutte le sensazioni negative che prova.

Recensione

Le vicende che decide di raccontare Marcello sono dure verità che spesso tendiamo a camuffare con delle bugie per evitare che ci facciano del male, finendo poi per infliggercene molto di più.
La rapina a casa del Tordo e poi a casa loro, il comportamento di Wayne nei confronti di qualsiasi persona considerata arbitrariamente da egli stesso “inferiore” a lui, le serate passate sotto al gazebo a riempire la testa di menzogne.
Tutto questo costituisce la vita di Marcello.

Conclusioni

Vita che verrà stravolta da una all’apparenza iniziale banale lite finita nel peggiore dei modi tra Wayne e il Tordo, che non solo stravolgerà la sua vita, ma anche quella delle persone che gli stanno intorno. Bang. E poi ai sopravvissuti si sparerà ancora.
Questo libro, in uscita oggi, 23 Gennaio 2020, ha il potere di cambiare la vostra vita, in particolar modo la vostra “visione” delle persone, o semplicemente di voi stessi. La sensibilità, proprio come quella di Marcello, è un dono. Tenetela stretta con voi, resterà sempre, a mio parere, la cosa più bella e rara che possedete.

Citazioni

Per un momento, come una Lisia qualsiasi, ho pensato che le parole servissero a qualcosa, che potessero far prevalere il logos sul caos.

L’angoscia resterà, la perdita è incolmabile. Finalmente mi lascio andare, abbandono le mie stupide crisi di controllo e piango. A singhiozzi, addirittura, come non riuscivo a fare da anni. E’ anche un pianto di gratitudine: se pure non gli ho mai tenuto compagnia, con i quaderni che si è lasciato dietro Marcello è riuscito a farmi sentire meno solo.

Pubblicato da lalettrice

Mi chiamo Giusi, ho 20 anni e sono calabrese. Amo rifugiarmi nei libri. Amo la poesia, credo che proprio come diceva Shakespeare, attraverso le parole delle poesie rendiamo immortali i nostri sentimenti. Amo anche aiutare autori emergenti o case editrici a far conoscere stupendi libri. Grazie a chiunque spenderà il suo tempo a leggere le mie parole, siete preziosi. Vi voglio bene.

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